Ti leverei trent’anni

Ti leverei trent’anni,
e delle ossa ne farei
robuste canne di bambù;
la mente lustrerei
come un argento,
e serva china ed ai tuoi piedi
sarei la lima su ogni callo;

un cuore nuovo,
il passo svelto,
col panno al dito
e il fiato caldo,
ti ridarei l’azzurro,
la nitidezza nello sguardo.

Ed in quell’ora di segreti
al dopopranzo,
mi siederei tornando figlia
sulle gambe,
a bassa voce leggerei
quello che ho scritto:

mi sentiresti, mamma
senza più chiedermi che ho detto.

 

 


Credits

Immagine in evidenza: Claudia Tremblay

26 risposte a "Ti leverei trent’anni"

Add yours

  1. Come già detto da qualche parte 😌 in questa tua poesia emerge il sentimento, ed è ricca di immagini.
    È musicale, grazie soprattutto alle assonanze (le mie amate 😀): callo – caldo – sguardo – dopopranzo.
    Mi piace molto anche la scelta dell’immagine! Mi sono ritrovata a contemplarla, è quasi iponotica, parla da sé.. ed è come se tu le avessi dato voce 🙂

    Piace a 1 persona

      1. Effettivamente non c’è nulla da chiedere in più…magari leggerla scritta a mano, con le diverse pressioni, i tremolii che l’inchiostro può rivelare dal pugno chiuso dell’autore è ancora più vera 🙂

        "Mi piace"

  2. Una poesia…in genere leggo in silenzio. Eppure il senso, quel momento in cui, dopo una frase o un periodo, capisci che puoi dire a te stesso – Sì è così, esattamente così- quel momento esiste, per tutti, letterati o meno. Raccontarlo e mostrarlo quel momento è, secondo me, uno dei pochi modi per dirsi vivi e umani. Per farlo devi passare attraverso gli altri, devi aprire le porte e le finestre, devi prendere la tua creatura e offrirla “in pasto” al mondo che la cerca e che spesso non l’ama. Ma questa è un’altra storia

    Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a Gentilino Cipriano Cancella risposta

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Su ↑