Ultimo lento

Frano,
sul fronte ripido
del tuo petto.

Son statua di sabbia,
granito di neve,
ammasso di zucchero
e sale, gigante
di frolla.

Ma tu
mi tieni un poco,
qualche minuto
appena intera,
senza dire;
io che sotto ai tuoi occhi
mi ruppi,
e che adesso sussulto
incavata al tuo collo,
con il cuore che sbatte
di fianco, e dirompe
aggrappandosi
al tuo.

Così forte,
più calmo.

Ed un’ansia soffusa
si svela dai palmi,
li prendi e li guardi
come piccole foglie,
ti sento sfiorarli,
distante.

Ma m’imprimi le viole
sul viso,
e i tuoi baci
non franano giù
per la ripida fronte.

Che penoso quest’ultimo lento!

Non so come, né dove,
ma vado:
è arrivato a staccarci via
un treno.

🎧 Rino Gaetano – Sfiorivano le viole


Credits

Immagine in evidenza: Flowsofly

16 risposte a "Ultimo lento"

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      1. Quando ci si affida al petto della persone amata è come poter cadere, franare se non ci si trattiene. E bisogna essere motivati per rimanere aggrappati ma anche capire se lasciare andare e penso che l’idea che hai dato dà questa sensazione. Poi si legge abbastanza bene come scorrevolezza 🙂

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