Rifugi

Non mi è rifugio
il sonno,
questa notte.

Il sasso – appendice
del giorno trascorso –
è slegato ora ai piedi
del letto;
chissà se si allevia
al pesare delle ore
e dell’aria.

Vorrei fosse polvere sparsa
al mattino.

Il mio corpo spogliato
è leggero,
ha cambiato il suo stato
e al momento lo inquieta
l’assetto del volo,
dove anche un lenzuolo
è fardello e nemico.

Allora si fionda, impazzando,
la mente, e sebbene sia stanca,
si applica in versi, pensieri,
e parole da dirti,
ma è fallace il suo slancio
e si schianta in un lampo
nel buio.

Il tuo odore mi manca e il rifugio
è in quel poco tessuto
dell’unica cosa rimasta
– che neanche più odora – di te:

tra le pieghe nascondo
il mio viso strofino
percorro respiro
fino all’ultimo appiglio
che quasi,
che quasi

ti sento
e più nulla ricordo
al risveglio.

È come anestetico,
a volte,
ingannarsi.

 

 

 


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Immagine in evidenza: OhGigue

D’estate si esagera

D’estate si esagera,
si esagera sempre.

Il ragazzo felice dimora nell’aria
e se innamorato lo grida agli uccelli
scalando i palazzi di notte dai tetti
trasmette alla luna l’ebbrezza dei baci.

Il ragazzo scontento s’immerge nell’ombra
e in un letto d’inverno lo raggiunge il rimbombo
di risa e schiamazzi dal mare.
E lei che lì fuori sorride
ad un altro gli pare
la donna più bella del mondo.

La vita è più vita e la morte più morte
d’estate, e se solo un amore ti lascia
il suo vuoto smisura ed il sole si oscura
ed ancora brutale ti acceca.

D’estate si esagera,
si esagera sempre.

E non resta che attesa
di coscienze destate d’autunno:
un settembre sincero
renderà lucidissime
le emozioni che senti,
e dirà senza inganni

quanto veramente tu ami,
quanto veramente tu manchi.

 

 

 

 


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Immagine in evidenza : Alessandro Gottardo

Incidenti di percorso

 

 

Cos’è lo stare al mondo
se non volare
come una farfalla,
un rondone,
un moscerino,
ingenui in allegrezza
discosti dal pericolo
per l’aria di campagna
la vita sembra eterna
poi d’un tratto
un’autostrada,
ai centotrenta,
un parabrezza.

 

 

 

 

🎧: Radiohead – There there


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Immagine in evidenza: DryIcons

 

 

 

 

Primasera

Non sono più qui,
e neanche tu
sei qui:
lo sento.

Mi disoriento sicura:
quello che provo
è la mia sola guida.
Non so con esattezza
dove siamo,
è un posto sconosciuto
che ho veduto di straforo
tempo fa.

L’unica certezza
è che ci sei anche tu.

In questa nuova dimensione,
il qui altrove,
percepisco brulicare
l’emozione,
farsi strada sottopelle,
sfrigolare nelle vene,
concentrarsi nelle mani,
quasi a esplodere le dita,
mulinare in ogni parte
del mio corpo,
tremolare come fa
l’aria rovente,
quando il cielo
con la sabbia
concepisce l’orizzonte.

E non penso sia illusione.
No, non penso
a niente.

Sento solo che anche tu
vivi con me,
bruci con me,
e te ne vai,
migri nell’aria,
nelle traiettorie dei gabbiani
sulle nostre teste diventate
un’unica memoria,
nella musica che piove
dentro, addosso,
e dappertutto,
nel blu cangiante
della primasera,
nei lampioni incandescenti
che si accendono sull’acqua,
nel golfo calmo
e nella barchetta calma
di un pescatore assorto
nel guscio dei suoi riti
quotidiani,
negli automatismi
di un lavoro sempre uguale,
che forse sta fingendo,
o forse non si accorge
veramente
che un attimo prima
eravamo lì a parlare,
e un attimo dopo,
svaniti
nell’iridescenza della sera,
nella pioggia sottilissima
di un canto.

 

 

 

 

🎧: Pino Daniele – Quanno chiove

 


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Immagine in evidenza: Agnes Cecile (Silvia Pelissero)

Degli amanti

La passione degli amanti
è forse ancora più che pena:
i sensi accesi avvampano la pelle
viva e vulnerabile.

La pazienza degli amanti
è forse ancora più che santa:
si rinfranca nella vita oltre l’attesa,
e si avvilisce con il tarlo dell’assenza.

Il timore degli amanti
è forse ancor più che coraggio:
si nasconde a malapena
dietro l’ombra di un inganno,
neanche sa se verrà il giorno.

L’illusione degli amanti
è forse ancora più che insania:
favoleggia meraviglie e indomani
inesistenti,
cerca alibi in parole malvestite
da promesse.

L’incoscienza degli amanti
è forse ancora più che amore:
si solleva vaporosa
come piuma s’alza al vento,
ma le basta un po’ di pioggia
per svanire via in silenzio
divorata dalla terra.

 

 

 

 

🎧: I’m a fool to want you – Billie Holiday

 


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Immagine in evidenza: Jarek Puczel

Oltremare

 

 

Ho visto il mare oziare in lontananza
sul letto d’alga verde della primavera,
distese d’oltremare adagiate sopra l’erba,
erano l’acqua che ninnava col vento,
la mancanza che si muta in sogno.

Ho visto il mare in lontananza
e l’ho raggiunto per immergervi la mano,
mi colsero sorpresi i capolini dei fiori sull’attenti,
e le creste blu dei petali che irridevano col vento
il mio sogno che ritorna mancanza e disincanto.

 

 

 

 


Credits

Immagine in evidenza: Tiziana Rinaldi

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